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La Vita
Quotidiana
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*
Amministrazione
*
Addestramento
dei contatti sociali
dei figli
Sicurezza
Stato sociale
Scuola
Come siamo
ridicoli!
Crediamo
di essere speciali.
Ci
comportiamo comunemente.
Siamo
andati la via comune,
concepita,
costruita e completata
da
contenuti religiosi e sociali.
Compievamo
regole.
Saremmo
stati capaci
di crearci
il nostro mondo
nella
quale regnava la nostra individualità:
L'inizio
prometti
una
comunità interessante:
Due
personalità promettenti
nella loro
progressione
si
congiungevano attraverso l'amore.
Naturalmente,
non era
ancora un amore maturo, altruistico.
Era il
luccichio dell'amore dell'altro
nel quale
ci riscaldavamo,
dal quale
attingevamo energia.
Avevamo
bisogno dell'altro,
ci
rispecchiavamo uno nell'altro:
l'altro
diceva e dimostrava all'uno
chi lei
era / chi lui era;
ci
promuovevano viceversa.
Non ci
conoscevamo.
Sentimmo,
ci eravamo
qualcosa di buono.
Ci
appoggiavamo
sull'amore, sulla gioia, sul potere
che
l'altro aveva svegliato nell'uno.
Ci amavamo
non perché
volevamo
ma per
l’energia propria,
del quale
non ci eravamo accorti,
con i suoi
attribuiti aderite
che, come
il vaso di Pandora,
rilasciava
l'energia trattenuto nell'altro.
Sbrigliato, a noi sconosciute,
perciò
senza controllo,
nude
perché neonato
perciò
impudiche,
strepitavano via da noi
verso
l'altro ed il mondo.
Ma la rete
fitta
della
moralità e la tradizione
le
catturava, le vestiva,
le
caricava e le faceva inerte;
s’irrigidivano nei rituali quotidiani.
Non
creando niente,
solamente
conservando,
come di
solito.
Come siamo
diventati soliti.